Sabato 25 gennaio sarà inaugurato a Torresina un servizio di emergenza cardiaca che si basa sul collocamento in strada dei defibrillatori; il progetto si chiama “Torresina nel Cuore” ed è stato organizzato dal locale Comitato di Quartiere e dall’associazione DiagnostiCare onlus, anch’essa attiva sul territorio, che puntano a far diventare Torresina un quartiere “Cardiovirtuoso”.
Si tratta di un tentativo di contrasto delle morti da arresto cardiaco improvviso che è una delle principali cause di morte in Europa (colpisce circa 700,000 individui all’anno); in Italia muore ogni anno una persona ogni mille abitanti. Si riescono a salvare sette persone ogni cento (!), soprattutto perché i servizi di pronto soccorso non riescono ad intervenire in tempo. C’è pochissimo tempo per attivare la catena della sopravvivenza.
Ma cosa succede nel nostro organismo in caso di arresto cardiaco improvviso? Quando si verifica un arresto cardiaco, il sistema elettrico del cuore diventa irregolare, causando un’anomalia del battito; venendo a mancare un flusso adeguato di sangue, la persona perde conoscenza, smette di respirare normalmente e se non viene subito soccorsa, muore. La rianimazione cardiopolmonare (RCP)è importante, ma da sola non è in grado di ripristinare il ritmo cardiaco normale. La scarica erogata da un defibrillatore è il modo più efficace per ristabilire un ritmo di pompa normale. Le possibilità di sopravvivenza della vittima sono maggiori se tale scarica viene erogata entro 5 minuti dall’evento. Il defibrillatore non è in grado di salvare tutte le vittime di arresto cardiaco improvviso ma permette di aumentare la percentuale di sopravvivenza. Per essere in grado di offrire una tempestiva azione di soccorso, oggi, molti luoghi pubblici sono provvisti di apparecchiature DAE (Defibrillatori Automatici o Semiautomatici Esterni) ad accesso pubblico, utilizzabile da cittadini che non abbiano la qualifica di medici o infermieri (laici) purché abbiano conseguito con successo un corso di BLSD (Basic Life Support Defibrillation è la sigla delle manovre da compiere per intervenire in caso di arresto cardiaco), divenendo in questo modo capaci di soccorrere in maniera tempestiva le persone colpite da arresto cardiaco improvviso.
La diffusione della conoscenza d’intervento tra i cittadini aumenterà anche la consapevolezza dell’importanza di conoscere e saper usare un defibrillatore e questo diminuirà in maniera significativa il tasso di mortalità. Risulta, infatti, che in quelle comunità che hanno già adottato tale iniziativa si è verificato un notevole incremento del tasso di sopravvivenza nel verificarsi di un arresto cardiaco improvviso; un esempio per tutti è la città di Orvieto, città che si definisce “Cardioprotetta” dal lontano 2005, dove ad una conoscenza di massa dell’uso del defibrillatore ed il loro posizionamento su strada, ha corrisposto un drastico calo dei decessi.
Tornando a Torresina, nella primavera dello scorso anno sono stati reclutati quasi trenta volontari, residenti del quartiere o persone che ci lavorano durante il giorno, che hanno dato la disponibilità a far parte della rete del soccorso locale. Sono stati formati con certificazione internazionale dell’American Heart Association ed i loro numeri di telefono sono stati inseriti in un software realizzato per l’occasione dalla AIRTELCO di Ferrara, specializzata nel settore delle comunicazioni sms e vocali. In caso di emergenza cardiaca, dopo aver chiamato il 118, i soccorritori chiameranno un numero di telefono (distribuito nel quartiere) nel quale dovranno lasciare un breve messaggio in segreteria. Il messaggio (vocale) sarà inoltrato automaticamente a tutti i volontari, che si attiveranno per prendere il defibrillatore e soccorrere la persona in difficoltà.
Ma siccome Roma non è Orvieto, una delle prime domande a cui hanno dovuto rispondere gli organizzatori è stata: “Ma se si fregano i defibrillatori?”; paradossalmente, c’è voluto più tempo per dare una risposta adeguata a questa esigenza di sicurezza che a trovare Volontari! Le teche sono state poste sotto videosorveglianza, allarmate ed accessibili solo con codice d’accesso (conosciuto dai volontari e dai mezzi di soccorso del 118); i defibrillatori (già usati), sono stati marchiati e provvisti del sistema d’allarme satellitare GPS. Basterà per dissuadere chi non capisce che quel servizio potrebbe salvare anche la propria vita? Lo scopriremo solo vivendo, possibilmente, con un defibrillatore a portata di cuore.
(Articolo di Giantonino Ianitusi pubblicato il 24.01.2014 su Abitarearoma.net)