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Torresina nel Cuore, dalla prevenzione alla promozione della salute

Sta partendo l’evoluzione del progetto TORRESINA NEL CUORE…

Siete pazienti del Dott. GAMBIOLI, GUERRIERO, PASQUALETTI o SALCICCIA?

Parte per voi in questi giorni un progetto di cui siamo particolarmente fieri!

Si tratta di un programma innovativo che vede lo Studio Medico di Base come parte attiva nella Promozione della Salute e Prevenzione per i propri pazienti.

Il progetto sarà oggetto di Ricerca dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore, verra’ finanziato dalla DiagnostiCare Onlus e ci vedrà’ di nuovo insieme al Comitato di Quartiere di Torresina nel coinvolgere i beneficiari del progetto!

Siamo orgogliosi di poter finanziare questo progetto, che per i partecipanti sarà totalmente gratuito, e che riflette a pieno la nostra Mission: ‘Aiutarsi Prevenendo’.

Chiamate i numeri che trovate sulla locandina per avere ulteriori informazioni e richiedere la partecipazione. A presto!

Roma Best Practices Award 2017

Volete festeggiare il 2770° “NATALE DI ROMA” in un modo originale e virtuoso? Veniteci a trovare oggi pomeriggio nell’Aula Magna della Facoltà di Architettura, “Università degli Studi Roma Tre” (ex Mattatoio di Testaccio) oppure seguite l’evento in DIRETTA TV su Èliveromatv (canale 71 digitale terrestre) dalle 18 alle 20. http://www.eliveroma.tv/

Stiamo partecipando al Roma Best Practices Award 2017 col progetto “Torresina nel Cuore” nella categoria “Roma Innova Bene“.

Venerdì 21 aprile alle 17.30 vieni all’ex Mattatoio di Testaccio a conoscere i figli migliori di #mammaroma! #romabpa2017 #natalediroma

Torresina nel cuore” è un progetto pilota che nasce nel 2013 a sostegno del primo soccorso cardiaco rendendo Torresina il primo quartiere “cardioprotetto” di Roma. Promosso dal Comitato di Quartiere Torresina e dalla Onlus “DiagnostiCare, il progetto mira ad affrontare il problema oggettivo del trattamento tempestivo dell’arresto cardiaco, per contrastare e ridurre sia gli effetti che le gravissime conseguenze.

Grazie alla messa a disposizione nel quartiere, direttamente su strada, di uno strumento essenziale come il defibrillatore (2 defibrillatori custoditi in teche videosorvegliate) e di una rete di decine di volontari certificati dall’American Hearth Association e contattabili in qualsiasi momento attraverso un sistema di allarme messo a punto dalla società Airtelco di Ferrara, il progetto elude quelli che possono essere i tempi di attesa per i soccorsi o il trasporto del paziente nelle apposite strutture. “Torresina nel cuore” contribuisce inoltre a sensibilizzare i cittadini verso la cultura della solidarietà e della corresponsabilità. Il progetto è stato patrocinato dal Municipio XIV e sostenuto da molti sponsor, nonché piccole e grandi realtà locali.

Nel corso del 2016 è stata preparata la nuova fase del progetto, che affiancherà alla prevenzione la promozione della salute, con un nuovo stile di vita che migliori la salute dei partecipanti e riduca il rischio di malattie cardiovascolari.

Il Roma Best Practices Award è il primo concorso che premia le migliori idee, i migliori progetti e le migliori soluzioni per il recupero dei beni comuni della città, l’integrazione, la solidarietà, la formazione, l’innovazione, la comunicazione. A Roma, ogni giorno, migliaia di persone si incontrano per realizzare qualcosa per gli altri. Le associazioni, le scuole, le aziende, le comunità, le istituzioni, i singoli cittadini sviluppano idee, si organizzano, si confrontano per trovare soluzioni nuove per la città. Il Roma Best Practices Award 2017 “Mamma Roma e i suoi figli migliori” nasce proprio per questo: riconoscere e premiare le migliori pratiche che sono già – o lo diventeranno – un modello e che saranno condivise da tutta la città.

Defibrillatori di Quartiere

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Il dottor STEFANO GAMBIOLI intervistato dalla troupe del programma ELISIR. Prossimamente, in onda su Rai 3.

Inaugurato il 25 gennaio 2014, il progetto di quartiere Cardioprotetto denominato Torresina nel Cuore, sta ottenendo un rinnovato interesse da parte di giornali, radio e tv. Ha iniziato Natalia Distefano sul Corriere della Sera del 30 agosto che, nelle pagine della Cronaca di Roma, ha presentato per grandi linee il progetto dei “Defibrillatori Fai da te

Ha proseguito Giada Pari ritagliandogli uno spazio su Radio Dimensione Suono Roma.

Oggi c’è venuto a trovare l’inviato RAI Franco Buccilli del programma televisivo ELISIR, per un’intervista ai responsabili del progetto il dott. STEFANO GAMBIOLI e MASSIMO PAOLINI, ai Volontari ed ai cittadini presenti; prepareranno il servizio e ci faranno conoscere i tempi della messa in onda.

Che dire? Grazie a tutti, per l’opportunità; è un’opportunità che date a noi come quartiere di far conoscere le buone pratiche che stiamo sperimentando, è un’opportunità che date ad altre realtà locali di prendere seriamente in considerazione l’adozione del progetto pilota.

Ogni anno in Italia muore una persona ogni mille abitanti, per arresto cardiaco improvviso. Questo progetto può contribuire a salvare vite umane e limitare i danni permanenti che potrebbero essere causati da un soccorso tardivo di un cuore in fibrillazione. Vi sembra poco?

Torresina nel Cuore è un progetto realizzato dalla onlus DiagnostiCare in collaborazione col Comitato di Quartiere; di seguito riproponiamo l’intervista di Marcella Speranza al dr. Stefano Gambioli, del febbraio 2013.

L’intervista al Dr.Stefano Gambioli (a cura di Marcella Speranza; pubblicata su Il Picchio nr. 58 di Febbraio 2013)

Ogni tanto ci sorprende! Perché Torresina è un quartiere particolare, quasi un paese metropolitano, per lo stile di vita dei suoi abitanti; perché è a misura di bambino e di disabile; perché i cittadini prestano attenzione alla salvaguardia del decoro urbano;
perché in tanti si occupano di mantenere in ordine le zone verdi; perché vengono organizzati grandi eventi; perché a Torresina nessuno si sente solo. Molto merito è del Comitato di Quartiere, attivo e presente, che cerca sempre di risolvere i problemi del territorio e che fa di tutto affinché anche questo non diventi uno dei tanti quartieri-dormitorio; ma anche gli abitanti fanno la loro parte, sempre pronti a dare una mano, per contribuire a migliorare la qualità della vita.
L’ultimo e ambizioso progetto, di cui si sta sentendo parlare, è un progetto particolare: un Quartiere Cardio-Protetto!
Si parla di rianimatori, di defibrillatori cardiaci, ma che vuol dire tutto questo? Vuol dire che si sta lavorando ad un progetto pilota non solo per la nostra zona ma per l’intero territorio Roma, destinato a salvare la vita a chi si dovesse trovare improvvisamente, in arresto cardiaco.

Questa iniziativa, oltre ad essere innovativa e di grande valore sociale, è sicuramente la più importante progettata fin ora.
Per capirne di più, ho intervistato il Dr. Stefano Gambioli, uno dei promotori del progetto, specializzato in medicina del lavoro, medico di medicina generale, il quale oltre ad occuparsi di medicina preventiva è istruttore dell’ International Training Center di American Heart Association, Acaya Consulting,(Associazione Internazionale di Cardiologia che si occupa anche di formare ed abilitare i “laici”, cioè
coloro che non sono né medici, né paramedici, alla rianimazione cardiopolmonare e all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno, DAE).

D. Abbiamo sentito parlare di “Quartiere Cardio-protetto”. Cosa significa?
R. E’ un progetto di cui stiamo discutendo da un po’ di tempo con il Comitato di Quartiere. Torresina è un quartiere piuttosto vivace, gli abitanti rispondono bene alle iniziative importanti e questo è un progetto all’avanguardia. Quartieri o ambiti cardioprotetti esistono già in altri Paesi europei ed anche in Italia, piccole realtà soprattutto nel centro-nord.
Abbiamo pensato di rendere questo nostro territorio un quartiere cardio-protetto: fare in modo che sia dotato di defibrillatori semiautomatici esterni (DAE) e di un discreto numero di volontari che, dopo un corso di formazione, siano abilitati all’uso di questo dispositivo. Realizzando questo progetto, Torresina sarebbe il primo quartiere cardio-protetto di Roma. Per esempio la stazione Termini è un’area cardio-protetta, dotata di diversi DAE. Anche Orvieto e Piacenza sono città cardio-protette.
I dati statistici provenienti da queste esperienze indicano come sia possibile trattare con successo più del 50% dei casi di arresto cardiaco e di ridurre drasticamente i danni permanenti dovuti alla mancanza di ossigeno nei tessuti vitali.

D. Cos’é un DAE (defibrillatore automatico esterno)?
R. Il DAE è un apparecchio molto semplice da usare, sicuro e preciso nella diagnosi. Cosa significa questo? Che attraverso semplici manovre, ben illustrate durante il corso che i volontari dovranno seguire per essere abilitati all’uso del dispositivo, è possibile utilizzare questa macchina per salvare la vita a coloro che, per un evento imprevisto, vanno incontro a quelle che vengono definite ”morti improvvise”. Purtroppo questi eventi sono piuttosto frequenti in una società come la nostra: 1 caso ogni 1000 abitanti, ogni anno.

Se consideriamo che in Italia ci sono circa 60 milioni di abitanti, ogni anno circa 60 mila decessi possono essere causati da “morte improvvisa”. Il defibrillatore è una macchina che parla, che guida la persona nella rianimazione e che, soprattutto, fa una diagnosi precisa. Una volta attaccate le placche, come si insegnerà a fare, il DAE autonomamente verificherà se l’evento necessita di erogare la scarica elettrica per riattivare il cuore; se la situazione non indica questo tipo di trattamento il Defibrillatore non si attiverà ma suggerirà al soccorritore le operazioni da eseguire.

D. Cosa significa morte improvvisa?
R. La morte improvvisa può colpire sia persone sane che persone affette da patologie note; accade quando improvvisamente le funzioni vitali, come il respiro e l’attività cardiaca, vengono a cessare; questo evento è nella maggior parte dei casi dovuto alla fibrillazione ventricolare (85% degli eventi). Quando questo si verifica le possibilità di salvarsi sono molto scarse perché se il cuore si ferma, o meglio, se va in fibrillazione, il rischio di morte sale tanto più rapidamente quanto più trascorre il tempo dal momento dell’arresto. Si considera che dopo dieci minuti da un arresto per fibrillazione ventricolare se non si inizia una tecnica di rianimazione cardiopolmonare (massaggio cardiaco esterno e respirazione artificiale) la situazione diviene irreversibile. Statisticamente in una situazione di normalità (assenza di primi soccorritori formati e di AED) solo il 2 % degli arresti cardiaci sopravvive.

D. Cosa succede invece se viviamo in un “Quartiere Cardio-protetto?
R. Per quartiere cardio-protetto intendiamo un territorio dotato di un numero adeguato di DAE e di un proporzionato numero di soccorritori abilitati e ben addestrati per questo tipo di emergenza. Nel nostro quartiere avremo quindi diverse persone formate ed in grado di fare una rianimazione cardiorespiratoria, ossia massaggio cardiaco e respirazione artificiale e capaci di utilizzare il DAE.

La corretta procedura per il primo soccorso in un quartiere cardio-protetto deve quindi garantire un “allarme precoce” con attivazione del 118 e del soccorritore di quartiere; un “intervento immediato” del soccorritore per iniziare tempestivamente la rianimazione cardio-respiratoria; la “disponibilità precoce del DAE” per l’analisi e l’eventuale defibrillazione precoce.

D. Credevo che un defibrillatore fosse uno strumento così particolare che solo i medici potessero usare. C’è qualche disposizione che ne autorizza l’uso a personale non medico?
R. Ci sono ovviamente leggi che autorizzano ed auspicano l’uso del defibrillatore da parte di persone diverse dai medici. La più datata è la Legge Monteleone, legge 120 del 2001, dove viene specificato che anche personale “laico” può essere abilitato all’uso del DAE. Ultimo riferimento di Legge è il Decreto del 18 marzo 2011 dove vengono specificate le modalità con cui poter abilitare un laico.

D. I cosiddetti laici debbono frequentare un corso per conseguire l’abilitazione. Chi può farlo e come si svolge?
R. Istruttori riconosciuti da diversi Enti (nazionali ed internazionali) sono autorizzati a rilasciare l’abilitazione specifica. Personalmente sono istruttore di American Heart Association, ente riconosciuto in sessanta Paesi del mondo, e considerata la più grande organizzazione della cardiologia mondiale (per cui operano sia medici, infermieri e pazienti) che ad intervalli di cinque anni redige le linee guida internazionali per la rianimazione cardiopolmonare.

Il corso di formazione, generalmente, ha una durata di sei ore ed è estremamente pratico. Verranno proiettati dei filmati e i partecipanti dovranno ripetere le manovre spiegate. E’ un corso che impegna fisicamente per cui viene richiesta una buona efficienza fisica. Ad ogni corso potranno partecipare al massimo 9 persone per istruttore. Verranno usati dei manichini, uno ogni tre partecipanti, affinché l’esercitazione pratica sia continua. Si useranno defibrillatori da training, simulatori, perfettamente uguali a quelli che poi si dovranno utilizzare in caso di necessità. Il corso prevede l’addestramento alla rianimazione cardiopolmonare dell’adulto, del bambino e del neonato. Si dovrà superare un esame finale. I dati verranno inviati dal provider italiano Acaya Consulting ad American Heart Association. Chi supererà il corso riceverà la certificazione internazionale che sarà valida per due anni. Acaya Consulting al superamento dell’esame rilascerà inoltre la necessaria abilitazione all’uso del DAE da parte del centro 118 (SSN).

D. Un progetto bellissimo, ma non c’è nessuna difficoltà?
R. Una difficoltà potrebbe essere quella di organizzare una procedura d’intervento in un quartiere. Per questo ci dovremo attenere a quella che viene definita “la catena della sopravvivenza”. Per garantire un soccorso efficiente si deve rispettare una regola: l’allarme precoce. Chiunque, in tutto il quartiere, dovesse accorgersi di una persona che ha un malore, che perde i sensi, che cade a terra, prima di tutto deve chiamare il 118, poi deve attivare la procedura, chiamando uno dei numeri di telefono che verranno distribuiti capillarmente a tutti gli abitanti di Torresina. I soccorritori volontari che saranno disponibili, interverranno rapidamente.
Quindi l’allarme immediato (dopo aver attivato il 118) deve garantire quanto prima l’inizio del massaggio cardiaco e la respirazione artificiale, l’arrivo del DAE per la defibrillazione precoce in attesa dell’ambulanza per il soccorso avanzato che proseguirà in ospedale.

Riuscire a far arrivare in ospedale una persona che è andata in arresto cardiaco, con il cuore che è ripartito, significa averle salvato la vita.

D. I costi di questo progetto?
R. Queste iniziative, di grande importanza sociale, non hanno un costo elevato e sicuramente contribuiscono a caratterizzare un quartiere che è molto attento alla qualità globale della vita. Per promuovere questa iniziativa noi dello Studio Medico di Torresina e la Onlus DIAGNOSTICARE, che offre servizi sanitari al nostro quartiere ed oltre, abbiamo deciso di donare un DAE e personalmente, come istruttore Acaya-AHA ho deciso di fare la formazione gratuitamente a chi vuole partecipare.

FORMIDABILE! Grazie a nome di tutti i cittadini di Torresina, speriamo che questo progetto si realizzi al più presto.

 

Torresina nel Cuore su Roma Today

Torresina nel Cuore Servizio di Emiliana Costa per Roma Today
Torresina nel Cuore Servizio di Emiliana Costa per Roma Today

VIDEO di EMILIANA COSTA

 „E’ stato inaugurato sabato 25 gennaio 2014 il servizio dei volontari abilitati al Primo Soccorso cardiaco per il progetto “Torresina nel Cuore“, per la prevenzione e l’informazione in fatto di primo soccorso cardiaco. In particolare, oltre alla presentazione al quartiere del progetto e della squadra di volontari, si inaugureranno anche i due defibrillatori  messi a disposizione dal Municipio XIV e installati nelle apposite teche in due diversi punti del quartiere Torresina: uno in via Paolo Rosi 77/79, l’altro in viale Indro Montanelli 80/84. Il progetto, già presentato nello scorso settembre ancora in fase di pianificazione, mira a contrastare e ridurre gli effetti e le gravissime conseguenze dell’arresto cardiaco improvviso. “ (articolo di Maria Romana Barracco)

Potrebbe interessarti: http://montemario.romatoday.it/ottavia/torresina-nel-cuore-a-sostegno-del-primo-soccorso-cardiaco-sabato-l-inaugurazione.html
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Bando Volontari 2015

Torresina nel Cuore. Corsi BLSD per Volontari del progetto di quartiere Cardioprotetto

Cominceranno oggi presso il Centro Sportivo Daily Training i nuovi corsi per la formazione degli aspiranti Volontari del progetto “Torresina nel Cuore“. Torresina è un quartiere “Cardioprotetto” dal 25 gennaio di quest’anno.

Il comitato di quartiere, in relazione al progetto “Torresina nel Cuore“, invita tutti gli abitanti dei PdZ Torresina 1 e Torresina 2 che vogliono partecipare come Volontari al corso di formazione di primo soccorso abilitati all’uso del defibrillatore (DAE), a recarsi presso il box sito presso il Centro Commerciale di Torresina, nei giorni di martedi e giovedi (orario 10.00-12.00 e 17.00-19.00) per compilare la domanda di preselezione al corso. I corsi si svolgeranno nei giorni di sabato o domenica (intera giornata), con prima data fissata per sabato 25 ottobre; successive date saranno stabilite in base al numero delle adesioni. I corsi saranno effettuati dal dott. Stefano Gambioli – istruttore di American Heart Association – in collaborazione con la “DiagnostiCare onlus” di viale Indro Montanelli n. 103.

Si invitano tutti coloro che sono interessati ad effettuare il corso per aggiungersi agli altri Volontari, a compilare il modulo già predisposto entro e non oltre lunedì 3/11/2014. La domanda di preselezione al corso potrà essere effettuata anche online, a questo link oppure scaricando il modulo reperibile sul sito cuore.torresina.net. Si ricorda che i corsi hanno un costo ed è prevista una partecipazione alle spese anche da parte dei Volontari.

TORRESINA NEL CUORE” è un progetto che mira a contrastare e ridurre, gli effetti e le gravissime conseguenze dell’arresto cardiaco improvviso. In caso di arresto cardiaco provocato da fibrillazione o tachicardia ventricolare, se il problema non viene trattato in tempo, pochissimi minuti, si riduce la possibilità di sopravvivenza di un individuo e il rischio di morte sale tanto più rapidamente, quanto più trascorre il tempo dal momento dell’arresto. Si consideri che questi eventi, raramente si verificano in strutture sanitarie, mentre sono molto frequenti in ogni altro luogo. I servizi di emergenza, specialmente nelle grandi città, hanno difficoltà nel prestare immediato soccorso, perché impiegano svariati minuti per raggiungere la persona colpita, a questo va aggiunto il tempo necessario per l’intervento, quindi risulta evidente perché il tasso di sopravvivenza sia molto basso. Intervenire tempestivamente in loco, riducendo molto i tempi dell’operazione, significa aumentare le probabilità di sopravvivenza per l’individuo. Questa iniziativa, proposta dal Comitato di Quartiere Torresina e dalla “DiagnostiCare Onlus“, mira ad affrontare un problema oggettivo come l’arresto cardiaco improvviso per favorire una maggiore sensibilizzazione degli abitanti di Torresina verso la cultura della solidarietà e della corresponsabilità, che ogni cittadino, per dirsi tale, dovrebbe avere nei confronti dell’altro e della comunità di cui fa parte.

CONSULTA LA BROCHURE INFORMATIVA VAI al sito https://cuore.torresina.net/

Bando Volontari 2014

Bando2014

IL COMITATO DI QUARTIERE TORRESINA, IN RELAZIONE AL PROGETTO “TORRESINA NEL CUORE“, INVITA TUTTI GLI ABITANTI DEL QUARTIERE CHE VOGLIONO PARTECIPARE COME VOLONTARI AL CORSO DI FORMAZIONE DI PRIMO SOCCORSO ABILITATI ALL’USO DEL DEFIBRILLATORE (DAE), A RECARSI PRESSO IL BOX SITO PRESSO IL CENTRO COMMERCIALE DI TORRESINA, NEI GIORNI DI MARTEDI E GIOVEDI (ORARIO 10.00-12.00 E 17.00-19.00) PER COMPILARE LA DOMANDA DI PRESELEZIONE AL CORSO.
I CORSI SI SVOLGERANNO NEI GIORNI DI SABATO O DOMENICA (INTERA GIORNATA), CON PRIMA DATA FISSATA PER SABATO 25 OTTOBRE; SUCCESSIVE DATE SARANNO STABILITE IN BASE AL NUMERO DELLE ADESIONI.
I CORSI SARANNO EFFETTUATI DAL DOTT. STEFANO GAMBIOLI – ISTRUTTORE DI AMERICAN HEART ASSOCIATION – IN COLLABORAZIONE CON LA “DiagnostiCare Onlus” DI VIALE INDRO MONTANELLI N. 103.
SI INVITANO TUTTI COLORO CHE SONO INTERESSATI AD EFFETTUARE IL CORSO PER AGGIUNGERSI AGLI ALTRI VOLONTARI DI “TORRESINA NEL CUORE”, A COMPILARE IL MODULO GIA’ PREDISPOSTO ENTRO E NON OLTRE IL 3/11/2014. LA DOMANDA DI PRESELEZIONE AL CORSO POTRA’ ESSERE EFFETTUATA ANCHE ONLINE, A QUESTO LINK OPPURE SCARICANDO IL MODULO REPERIBILE SUL SITO cuore.torresina.net.
SI RICORDA CHE I CORSI HANNO UN COSTO ED E’ PREVISTA UNA PARTECIPAZIONE ALLE SPESE ANCHE DA PARTE DEI VOLONTARI.
Data 3/10/2014                                                                                Il Responsabile Organizzativo
                                                                                                                MASSIMO PAOLINI

 

Torresina Quartiere Cardioprotetto

romaunotv
 
Torresina Quartiere Cardioprotetto. Mercoledì 12 febbraio se ne è parlato nel corso della trasmissione “Ditelo a ROMAUNO TV” condotta da Andrea Bozzi. A presentare il progetto Torresina nel Cuore il dottor Stefano Gambioli, istruttore American Heart Association e Massimo Paolini, Comitato Torresina. L’intervista è andata molto bene, sono rimasti tutti soddisfatti, a partire dal bravissimo conduttore che ha permesso di spiegare nei dettagli il progetto, rendendolo più comprensibile.

Torresina quartiere “Cardiovirtuoso”

Sabato 25 gennaio sarà inaugurato a Torresina un servizio di emergenza cardiaca che si basa sul collocamento in strada dei defibrillatori; il progetto si chiama “Torresina nel Cuore” ed è stato organizzato dal locale Comitato di Quartiere e dall’associazione DiagnostiCare onlus, anch’essa attiva sul territorio, che puntano a far diventare Torresina un quartiere “Cardiovirtuoso”.

Si tratta di un tentativo di contrasto delle morti da arresto cardiaco improvviso che è una delle principali cause di morte in Europa (colpisce circa 700,000 individui all’anno); in Italia muore ogni anno una persona ogni mille abitanti. Si riescono a salvare sette persone ogni cento (!), soprattutto perché i servizi di pronto soccorso non riescono ad intervenire in tempo. C’è pochissimo tempo per attivare la catena della sopravvivenza.

Ma cosa succede nel nostro organismo in caso di arresto cardiaco improvviso? Quando si verifica un arresto cardiaco, il sistema elettrico del cuore diventa irregolare, causando un’anomalia del battito; venendo a mancare un flusso adeguato di sangue, la persona perde conoscenza, smette di respirare normalmente e se non viene subito soccorsa, muore. La rianimazione cardiopolmonare (RCP)è importante, ma da sola non è in grado di ripristinare il ritmo cardiaco normale. La scarica erogata da un defibrillatore è il modo più efficace per ristabilire un ritmo di pompa normale. Le possibilità di sopravvivenza della vittima sono maggiori se tale scarica viene erogata entro 5 minuti dall’evento. Il defibrillatore non è in grado di salvare tutte le vittime di arresto cardiaco improvviso ma permette di aumentare la percentuale di sopravvivenza. Per essere in grado di offrire una tempestiva azione di soccorso, oggi, molti luoghi pubblici sono provvisti di apparecchiature DAE (Defibrillatori Automatici o Semiautomatici Esterni) ad accesso pubblico, utilizzabile da cittadini che non abbiano la qualifica di medici o infermieri (laici) purché abbiano conseguito con successo un corso di BLSD (Basic Life Support Defibrillation è la sigla delle manovre da compiere per intervenire in caso di arresto cardiaco), divenendo in questo modo capaci di soccorrere in maniera tempestiva le persone colpite da arresto cardiaco improvviso.

La diffusione della conoscenza d’intervento tra i cittadini aumenterà anche la consapevolezza dell’importanza di conoscere e saper usare un defibrillatore e questo diminuirà in maniera significativa il tasso di mortalità. Risulta, infatti, che in quelle comunità che hanno già adottato tale iniziativa si è verificato un notevole incremento del tasso di sopravvivenza nel verificarsi di un arresto cardiaco improvviso; un esempio per tutti è la città di Orvieto, città che si definisce “Cardioprotetta” dal lontano 2005, dove ad una conoscenza di massa dell’uso del defibrillatore ed il loro posizionamento su strada, ha corrisposto un drastico calo dei decessi.

Tornando a Torresina, nella primavera dello scorso anno sono stati reclutati quasi trenta volontari, residenti del quartiere o persone che ci lavorano durante il giorno, che hanno dato la disponibilità a far parte della rete del soccorso locale. Sono stati formati con certificazione internazionale dell’American Heart Association ed i loro numeri di telefono sono stati inseriti in un software realizzato per l’occasione dalla AIRTELCO di Ferrara, specializzata nel settore delle comunicazioni sms e vocali. In caso di emergenza cardiaca, dopo aver chiamato il 118, i soccorritori chiameranno un numero di telefono (distribuito nel quartiere) nel quale dovranno lasciare un breve messaggio in segreteria. Il messaggio (vocale) sarà inoltrato automaticamente a tutti i volontari, che si attiveranno per prendere il defibrillatore e soccorrere la persona in difficoltà.

Ma siccome Roma non è Orvieto, una delle prime domande a cui hanno dovuto rispondere gli organizzatori è stata: “Ma se si fregano i defibrillatori?”; paradossalmente, c’è voluto più tempo per dare una risposta adeguata a questa esigenza di sicurezza che a trovare Volontari! Le teche sono state poste sotto videosorveglianza, allarmate ed accessibili solo con codice d’accesso (conosciuto dai volontari e dai mezzi di soccorso del 118); i defibrillatori (già usati), sono stati marchiati e provvisti del sistema d’allarme satellitare GPS. Basterà per dissuadere chi non capisce che quel servizio potrebbe salvare anche la propria vita? Lo scopriremo solo vivendo, possibilmente, con un defibrillatore a portata di cuore.

(Articolo di Giantonino Ianitusi pubblicato il 24.01.2014 su Abitarearoma.net)

Torresina nel Cuore. Inaugurazione sabato 25 gennaio

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Sabato 25 gennaio 2014 sarà inaugurato il servizio dei Volontari abilitati al Primo Soccorso cardiaco per il progetto Torresina nel Cuore. Dopo aver inaugurato le due teche che ospiteranno i defibrillatori (ore 10,00 via Paolo Rosi 77/79 ore 10,30 viale Indro Montanelli 80/84), appuntamento alle ore 11,00 sotto al Gazebo nel Parco di quartiere per la presentazione al quartiere del progetto e la squadra dei Volontari.

TORRESINA NEL CUORE” è un progetto che mira a contrastare, e ridurre, gli effetti e le gravissime conseguenze dell’arresto cardiaco improvviso. In caso di arresto cardiaco provocato da fibrillazione o tachicardia ventricolare, se il problema non viene trattato in tempo, pochissimi minuti, si riduce la possibilità di sopravvivenza di un individuo e il rischio di morte sale tanto più rapidamente, quanto più trascorre il tempo dal momento dell’arresto.

Si consideri che questi eventi, raramente si verificano in strutture sanitarie, mentre sono molto frequenti in ogni altro luogo. I servizi di emergenza, specialmente nelle grandi città, hanno difficoltà nel prestare immediato soccorso, perché impiegano svariati minuti per raggiungere la persona colpita, a questo va aggiunto il tempo necessario per l’intervento, quindi risulta evidente perché il tasso di sopravvivenza sia molto basso. Intervenire tempestivamente in loco, riducendo molto i tempi dell’operazione, significa aumentare le probabilità di sopravvivenza per l’individuo.

Questa iniziativa, proposta dal Comitato di Quartiere Torresina e dalla Associazione “DiagnostiCare” Onlus, mira ad affrontare un problema oggettivo, ed anche ad una maggiore sensibilizzazione degli abitanti di Torresina verso la cultura della solidarietà e della corresponsabilità, che ogni cittadino, per dirsi tale, dovrebbe avere nei confronti dell’altro e della comunità di cui fa parte.

Partner e sponsor ufficiali del progetto sono rispettivamente l’AVIS Comunale di Roma e la Banca di Credito Cooperativo di Roma, agenzia di Torresina; sponsor tecnici le società AIRTELCO di Ferrara e la TWO BEE SOLUTION di Roma, la formazione è stata curata da ACAYA Consulting (Certificazione internazionale American Heart Association), partner logistico è il Centro Sportivo Daily Training. L’iniziativa è patrocinata dal Municipio Monte Mario che ha anche messo a disposizione due defibrillatori.

A settembre 2013 è stata distribuita una brochure informativa realizzata grazie al lavoro grafico di TOP STUDIO ROMA ed al contributo economico di:

Centro Commerciale Torresina, Prof. Massimo Paolini Terapista della riabilitazione, Roberto Altieri Alleanza Assicurazioni, Parrucchiere Acconciature da Sogno, Parrucchiere Capelli al Vento, Bar Alchimista di Maria Colombo, Primo Bar di Maurizio Gionfalo, Pizza 105 di Junio e Valentina, New Car Service, Centro Revisione Roma Nord, Infissi EDIMM, Carrozzeria Bolner, Fin Service di Francesco Spataro, Dott. Linguanti Odontoiatra, Edicola VIDI di Vincenza Pasquali, Dott. Alessandro Mingarelli specialista in Psicologia della Salute, Ambulatorio Veterinario Torresina, Amministrazioni Condominiali Giuseppe CORBO, CE.S.ME.M. Centro Studi e Ricerche di Medicina e Riabilitazione Manuale, Dott. Rosario Ielapi Dentista.

Torresina: quartiere di Roma Cardio-Protetto

L’intervista al Dr.Stefano Gambioli (a cura di Marcella Speranza; pubblicata su Il Picchio nr. 58 di Febbraio 2013)

Ogni tanto ci sorprende! Perché Torresina è un quartiere particolare, quasi un paese metropolitano, per lo stile di vita dei suoi abitanti; perché è a misura di bambino e di disabile; perché i cittadini prestano attenzione alla salvaguardia del decoro urbano;
perché in tanti si occupano di mantenere in ordine le zone verdi; perché vengono organizzati grandi eventi; perché a Torresina nessuno si sente solo. Molto merito è del Comitato di Quartiere, attivo e presente, che cerca sempre di risolvere i problemi del territorio e che fa di tutto affinché anche questo non diventi uno dei tanti quartieri-dormitorio; ma anche gli abitanti fanno la loro parte, sempre pronti a dare una mano, per contribuire a migliorare la qualità della vita.
L’ultimo e ambizioso progetto, di cui si sta sentendo parlare, è un progetto particolare: un Quartiere Cardio-Protetto!
Si parla di rianimatori, di defibrillatori cardiaci, ma che vuol dire tutto questo? Vuol dire che si sta lavorando ad un progetto pilota non solo per la nostra zona ma per l’intero territorio Roma, destinato a salvare la vita a chi si dovesse trovare improvvisamente, in arresto cardiaco.

Questa iniziativa, oltre ad essere innovativa e di grande valore sociale, è sicuramente la più importante progettata fin ora.
Per capirne di più, ho intervistato il Dr. Stefano Gambioli, uno dei promotori del progetto, specializzato in medicina del lavoro, medico di medicina generale, il quale oltre ad occuparsi di medicina preventiva è istruttore dell’ International Training Center di American Heart AssociationAcaya Consulting,(Associazione Internazionale di Cardiologia che si occupa anche di formare ed abilitare i “laici”, cioè
coloro che non sono né medici, né paramedici, alla rianimazione cardiopolmonare e all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno, DAE).

D. Abbiamo sentito parlare di “Quartiere Cardio-protetto”. Cosa significa?
R. E’ un progetto di cui stiamo discutendo da un po’ di tempo con il Comitato di Quartiere. Torresina è un quartiere piuttosto vivace, gli abitanti rispondono bene alle iniziative importanti e questo è un progetto all’avanguardia. Quartieri o ambiti cardioprotetti esistono già in altri Paesi europei ed anche in Italia, piccole realtà soprattutto nel centro-nord.
Abbiamo pensato di rendere questo nostro territorio un quartiere cardio-protetto: fare in modo che sia dotato di defibrillatori semiautomatici esterni (DAE) e di un discreto numero di volontari che, dopo un corso di formazione, siano abilitati all’uso di questo dispositivo. Realizzando questo progetto, Torresina sarebbe il primo quartiere cardio-protetto di Roma. Per esempio la stazione Termini è un’area cardio-protetta, dotata di diversi DAE. Anche Orvieto e Piacenza sono città cardio-protette.
I dati statistici provenienti da queste esperienze indicano come sia possibile trattare con successo più del 50% dei casi di arresto cardiaco e di ridurre drasticamente i danni permanenti dovuti alla mancanza di ossigeno nei tessuti vitali.

D. Cos’é un DAE (defibrillatore automatico esterno)?
R. Il DAE è un apparecchio molto semplice da usare, sicuro e preciso nella diagnosi. Cosa significa questo? Che attraverso semplici manovre, ben illustrate durante il corso che i volontari dovranno seguire per essere abilitati all’uso del dispositivo, è possibile utilizzare questa macchina per salvare la vita a coloro che, per un evento imprevisto, vanno incontro a quelle che vengono definite ”morti improvvise”. Purtroppo questi eventi sono piuttosto frequenti in una società come la nostra: 1 caso ogni 1000 abitanti, ogni anno.

Se consideriamo che in Italia ci sono circa 60 milioni di abitanti, ogni anno circa 60 mila decessi possono essere causati da “morte improvvisa”. Il defibrillatore è una macchina che parla, che guida la persona nella rianimazione e che, soprattutto, fa una diagnosi precisa. Una volta attaccate le placche, come si insegnerà a fare, il DAE autonomamente verificherà se l’evento necessita di erogare la scarica elettrica per riattivare il cuore; se la situazione non indica questo tipo di trattamento il Defibrillatore non si attiverà ma suggerirà al soccorritore le operazioni da eseguire.

D. Cosa significa morte improvvisa?
R. La morte improvvisa può colpire sia persone sane che persone affette da patologie note; accade quando improvvisamente le funzioni vitali, come il respiro e l’attività cardiaca, vengono a cessare; questo evento è nella maggior parte dei casi dovuto alla fibrillazione ventricolare (85% degli eventi). Quando questo si verifica le possibilità di salvarsi sono molto scarse perché se il cuore si ferma, o meglio, se va in fibrillazione, il rischio di morte sale tanto più rapidamente quanto più trascorre il tempo dal momento dell’arresto. Si considera che dopo dieci minuti da un arresto per fibrillazione ventricolare se non si inizia una tecnica di rianimazione cardiopolmonare (massaggio cardiaco esterno e respirazione artificiale) la situazione diviene irreversibile. Statisticamente in una situazione di normalità (assenza di primi soccorritori formati e di AED) solo il 2 % degli arresti cardiaci sopravvive.

D. Cosa succede invece se viviamo in un “Quartiere Cardio-protetto?
R. Per quartiere cardio-protetto intendiamo un territorio dotato di un numero adeguato di DAE e di un proporzionato numero di soccorritori abilitati e ben addestrati per questo tipo di emergenza. Nel nostro quartiere avremo quindi diverse persone formate ed in grado di fare una rianimazione cardiorespiratoria, ossia massaggio cardiaco e respirazione artificiale e capaci di utilizzare il DAE.

La corretta procedura per il primo soccorso in un quartiere cardio-protetto deve quindi garantire un “allarme precoce” con attivazione del 118 e del soccorritore di quartiere; un “intervento immediato” del soccorritore per iniziare tempestivamente la rianimazione cardio-respiratoria; la “disponibilità precoce del DAE” per l’analisi e l’eventuale defibrillazione precoce.

D. Credevo che un defibrillatore fosse uno strumento così particolare che solo i medici potessero usare. C’è qualche disposizione che ne autorizza l’uso a personale non medico?
R. Ci sono ovviamente leggi che autorizzano ed auspicano l’uso del defibrillatore da parte di persone diverse dai medici. La più datata è la Legge Monteleone, legge 120 del 2001, dove viene specificato che anche personale “laico” può essere abilitato all’uso del DAE. Ultimo riferimento di Legge è il Decreto del 18 marzo 2011 dove vengono specificate le modalità con cui poter abilitare un laico.

D. I cosiddetti laici debbono frequentare un corso per conseguire l’abilitazione. Chi può farlo e come si svolge?
R. Istruttori riconosciuti da diversi Enti (nazionali ed internazionali) sono autorizzati a rilasciare l’abilitazione specifica. Personalmente sono istruttore di American Heart Association, ente riconosciuto in sessanta Paesi del mondo, e considerata la più grande organizzazione della cardiologia mondiale (per cui operano sia medici, infermieri e pazienti) che ad intervalli di cinque anni redige le linee guida internazionali per la rianimazione cardiopolmonare.

Il corso di formazione, generalmente, ha una durata di sei ore ed è estremamente pratico. Verranno proiettati dei filmati e i partecipanti dovranno ripetere le manovre spiegate. E’ un corso che impegna fisicamente per cui viene richiesta una buona efficienza fisica. Ad ogni corso potranno partecipare al massimo 9 persone per istruttore. Verranno usati dei manichini, uno ogni tre partecipanti, affinché l’esercitazione pratica sia continua. Si useranno defibrillatori da training, simulatori, perfettamente uguali a quelli che poi si dovranno utilizzare in caso di necessità. Il corso prevede l’addestramento alla rianimazione cardiopolmonare dell’adulto, del bambino e del neonato. Si dovrà superare un esame finale. I dati verranno inviati dal provider italiano Acaya Consulting ad American Heart Association. Chi supererà il corso riceverà la certificazione internazionale che sarà valida per due anni. Acaya Consulting al superamento dell’esame rilascerà inoltre la necessaria abilitazione all’uso del DAE da parte del centro 118 (SSN).

D. Un progetto bellissimo, ma non c’è nessuna difficoltà?
R. Una difficoltà potrebbe essere quella di organizzare una procedura d’intervento in un quartiere. Per questo ci dovremo attenere a quella che viene definita “la catena della sopravvivenza”. Per garantire un soccorso efficiente si deve rispettare una regola: l’allarme precoce. Chiunque, in tutto il quartiere, dovesse accorgersi di una persona che ha un malore, che perde i sensi, che cade a terra, prima di tutto deve chiamare il 118, poi deve attivare la procedura, chiamando uno dei numeri di telefono che verranno distribuiti capillarmente a tutti gli abitanti di Torresina. I soccorritori volontari che saranno disponibili, interverranno rapidamente.
Quindi l’allarme immediato (dopo aver attivato il 118) deve garantire quanto prima l’inizio del massaggio cardiaco e la respirazione artificiale, l’arrivo del DAE per la defibrillazione precoce in attesa dell’ambulanza per il soccorso avanzato che proseguirà in ospedale.

Riuscire a far arrivare in ospedale una persona che è andata in arresto cardiaco, con il cuore che è ripartito, significa averle salvato la vita.

D. I costi di questo progetto?
R. Queste iniziative, di grande importanza sociale, non hanno un costo elevato e sicuramente contribuiscono a caratterizzare un quartiere che è molto attento alla qualità globale della vita. Per promuovere questa iniziativa noi dello Studio Medico di Torresina e la Onlus DIAGNOSTICARE, che offre servizi sanitari al nostro quartiere ed oltre, abbiamo deciso di donare un DAE e personalmente, come istruttore Acaya-AHA ho deciso di fare la formazione gratuitamente a chi vuole partecipare.

FORMIDABILE! Grazie a nome di tutti i cittadini di Torresina, speriamo che questo progetto si realizzi al più presto.